Bike Night – Ferrara Mare

La Bike Night è una corsa in bici che si sviluppa lungo le ciclabili più belle d’Italia, cosi allo scoccare della mezzanotte migliaia di ciclisti montano in sella e iniziano a pedalare, illuminando la notte con le loro luci e scaldandola con la loro più grande passione.

Dopo le due splendide edizioni di Milano quest’anno, con la scusa di portare la family al mare, ho deciso di prendere parte anche alla Bike Night di Ferrara. Albergo prenotato al Lido di Pomposa e arrivo previsto per il venerdì mattina all’ora di pranzo.

Una volta scaricati i bagagli e la Mya, sì la lama è ancora in riparazione, ci dirigiamo in spiaggia per del sano relax e per un pranzo vista mare. Ammetto che la vista del mare mi mancava parecchio. Nel tardo pomeriggio decido di prendere familiarità con le strade e mi concedo un giretto nel Parco del Delta del Po. Ragazzi, posti meravigliosi per pedalare in totale spensieratezza, in mezzo alla natura incontaminata e poi le sole salite da affrontare sono i cavalcavia, per una volta solo piattoni, che figata.

 

 

 

La Bike Night mi ha permesso inoltre di conoscere di persona altri ragazzi conosciuti tramite social, ragazzi che non sono semplici ragazzi, sono Arieti. Gli Arieti di Ferrara sono una società ciclistica che conta al suo attivo piu quaranta tesserati, fortemente legati alla loro terra e alle tradizioni di questa. Hanno istituito una ride nominata #quellidelle530. Il nome nasce dall’orario in cui i ragazzi si agganciano ai pedali per una bella pedalata all’alba e con la scusa dell’orario la pausa caffè alla bakery è tassativa, perchè come dice  @lucasive contano solo le soste.

A proposito del Sive, persona meravigliosa, che ha aperto la porta di casa a me e alla mia famiglia la sera di Sabato per la tradizionale carbonara pre Bike Night, ve l’ho detto che questi Arieti hanno tradizioni importanti. Tavolata importante con @Fabio33 @LucaBonny, @Frilli8 @glucarizzo a scofanare una delle più buone caronare “homemade” mai mangiate prima e sorseggiare birra, rigorosamente DeQou.

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Verso le 22 ci prepariamo e un’ora dopo circa in modalità gruppo compatto si plana verso il centro di Ferrara. Emozionante passare per le stradine che portano in centro, mentre i comuni mortali sono intenti a divertirsi seduti ai tavolini dei locali  sorseggiando birra e cocktail. Mi accorgo degli sguardi basiti di alcuni ragazzi fuori da un locale, mentre un gruppo di turisti tedeschi ci applaude al passaggio. Arrivati in Piazza Trento e Trieste ci concediamo una birra e un caffè prima di partire. Il percorso della Bike Night di Ferrara è molto semplice, una volta partiti dalla piazza si procede ad andatura controllata, scortati da un auto delle forze dell’ordine, fino all’ingresso della ciclabile situata sull’argine destro del Po. Come da tradizione agli Arieti viene chiesto di fare da tappo per il gruppo fino all’ingresso della ciclabile, mi aggrego a loro, posizionandomi in primissima fila di fianco a Luca. Una volta partiti non mancano i soliti invasati che si fanno largo scattando manco fosse una tappa di un grande giro portandosi via anche l’auto della Polizia. Non sto a raccontarvi quanto si sia chiusa la vena di Sive, vi prometto però che proverò a studiare questi bizzarri soggetti, che decidono di fare i fenomeni in una corsa non competitiva.

Nei primi 10 chilometri sul ciglio della strada ci sono famiglie che aspettano il nostro passaggio e che ci dedicano un caloroso e al tempo stesso emozionante applauso. Arrivati all’ingresso della ciclabile, nuovi fenomeni, per giunta senza luci posteriori, scattano prendendo il largo. Continuo a pedalare in gruppo insieme al resto dei miei compagni, chiaccherando prima con Fabio, il cuoco della carbonara e poi con Bonny. Mi raccontano che di recente gli Arieti hanno preso la gestione del velodromo e il Mercoledì si ritrovano in pista dopo il lavoro per correre come forsennati. Sono un gruppo super affiatato, un gruppo che porta avanti un ciclismo sano e soprattuto bello, tutta la mia più immensa stima per questo.

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Nel frattempo nel cuore della notte ci attraversa un coniglio ad una velocità supersonica, Sive mi dice che tutto l’argine è popolato da questo genere di animali e durante le ride delle 5:30 ne vedono di ogni.

Arriviamo al primo ristoro, il Bicigrill di Ro un posticino molto carino, peccato solo che oltre a riempire il mio stomaco sfamo una ventina di zanzare con il mio dolcissimo sangue. Signori non potete immaginare quante ce ne siano e quanto siano cattive ed evolute, al punto che neppure con i classici repellenti si riesce a tenerle lontane. La sosta per questo motivo è tra le più veloci, giusto il tempo di prendere qualcosa di fresco da bere e mangiare un po di frutta. Ci rimettiamo in sella e dopo aver superato un breve tratto tra prati e sentieri sterrati saliamo di una decina di metri lungo una stradina in ciottolato, stile Roubaix.

La ciclabile si estende lungo tutto il corso del fiume Po’, che corre alla nostra sinistra mentre alla nostra destra distese di campi, in lontananza si intravedono le luci della città di Lazzaretto. Mi rendo conto di quanto sia diverso il contesto rispetto alla Bike Night di Milano dove fino a metà percorso si passa attraverso i paesi, in alcuni casi vere e proprie città, che costeggiano il Naviglio. In questa Bike Night le luci delle case si vedono solo in lontananza, in questa Bike Night si squarcia davvero il buio con le nostre torce posizionate sui manubti delle bici. Il buio è il padrone assoluto, tanto da non permettermi di vedere come avrei voluto il corso del Po.

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A proposito di bici, tutti gli Arieti sono con delle gravel, una bici decisamente più adatta al tipo di percorso, anche perchè lungo la ciclabile ci sono molti tratti parecchio dissestati. Ogni tanto si sente qualche imprecazione preceduta al grido di “Buca!!”

Nel gruppo il morale è altissimo, con lui anche il livello di ignoranza, la mia presenza in questo caso si fa sentire. Si fa sentire anche la carbonara, nel mio stomaco però, e per chi si diletta con la bici saprà quanto può essere fastidioso pedalare con il  cibo piantato nello stomaco come se fosse una delle quercie secolari presenti in Parco Sempione. Credo che sia stato in questo momento che ho dato vita ad una vera e propria gara di rutti. Vi posso giurare che non era il mio intento, ma come dicevo, l’ignoranza era a livelli molto alti e così è bastato un mio ruggito per dare il via al vero degenero.

Il tutto si è consumato mentre pedalavamo a 30/32 di media, insomma una bella gara diciamolo. Tra battute, risate chiacchiere e rutti arriviamo a Serravalle sede del secondo ristoro. Anche in questo caso le zanzare erano pronte ad attenderci, e anche in questo caso ne sono uscito con un paio di punture.

Una volta ripartiti percorriamo un breve tratto su strada, ovviamente completamente sgombro da auto, sono le 3.30 e mi sento bene, non ho ancora avvertito stanchezza o sonno. Ritorniamo sulla ciclabile e in prossimità del paesino di Ghetto il Po si dirama, siamo ufficialmente arrivati all’inizio del delta del fiume. La ciclabile FE20 prosegue costeggiando la diramazione conosciuta anche con il nome di Po di Goro. Superata una curva in lontanaza si intravede il castello di Mesola. Continuiamo a pedalare con la solita ignoranza che ci ha contraddistinto dal primo colpo di pedale in piazza a Ferrara, ovviamente prosegue anche la gara di rutti.

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Arriviamo finalmente a Mesola, la ciclabile arriva direttamente a ridosso del castello, il buon Sive si appresta a scattare un selfie di gruppo. Prima di ripartire verso il terzo e ultimo ristoro mi fermo ad ammirare la bellezza del castello, un vero capolavoro. La ciclabile ora corre in molti tratti adiacente alle abitazioni, in alcuni casi si attraversa l’intero paese, come nel caso di Goro. I pochi momenti di silenzio nel gruppo vengono rotti da una nostra risata.

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A Santa Giustina ci aspetta l’ultimo ristoro, a mio avviso il più buono, prima dell’arrivo e della relativa colazione. Per raggiungere il ristoro la ciclabile abbandona con una curva netta a destra il corso del Po di Goro. Appena terminata la curva, in lontananza illuminata si vede la Torre Abate,  costruita nel XVI secolo al fine di controllare il deflusso delle acque del Po. La strada verso il mare prosegue ora costeggiando la Riserva Naturale Bosco della Mesola. Insomma a territorio anche qui siamo messi di un gran bene, davvero uno spettacolo.

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Ci siamo, siamo arrivati a Volano, sto pedalando su una strada che si affaccia sul delta del Po’. Sta per albeggiare, avvicinandoci al mare si è alzata un’arietta decisamente fresca, mentre pedalo pesco lo smanicato sul retro della tasca. Attraversiamo un ponte che supera il corso del fiume e dopo trecento metri entriamo per un breve tratto in pineta chiudendo così la nostra nottata in sella.

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Ora è il momento della colazione e delle foto in spiaggia. L’alba in spiaggia con la bici, boh non sò se può esserci qualcosa di più bello. Ci buttiamo sulle sdraio del Bagno Ristoro. Qualcuno degli Arieti, non si fanno nomi, ne approfitta per schiacciare anche un micro sonno. Io dopo essermi goduto l’alba decido di rientrare in albergo anche perchè alle 10 avrei un checkout da fare e un 300 km di strada in auto per tornare a casa.

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Sive mi suggerisce di riprendere la strada da dove siamo arrivati  per raggiungere il Lido Pomposa, evitando di passare dalla pineta. Vi faccio una domanda facile, secondo voi io, una volta montato in bici dove sono andato?

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Bravi. Avete indovinato, e con il senno di poi vi dico, bene così, perchè altrimenti non avrei mai botuto vedere il cerbiatto che mi ha attraversato la strada. Spingo la Mya fino in albergo ripercorrendo con la mente la nottata appena trascorsa. Ancora una volta la bici ha unito un gruppo di ragazzi che due giorni prima non avevo mai visto di persona.

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E’ stato un Weekend magnifico, passato in posti meravigliosi con persone altrettanto meravigliose. E’ stata una Bike Night diversa rispetto a quella di Milano, una Bike Night più “selvaggia”. E’ stato come sempre tutto estremamente emozionante.

 

Avanti la prossima.

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