Da Arco Ad Arco

Fine Luglio, sono alla clinica del ciclista dal Doc reduce dalle fatiche di AssaultoFrance. Tra un trattamento e due chiacchiere, salta fuori l’idea di un nuovo viaggio.
“Mi piacerebbe andare a Parigi in bici”

Quella frase di Davide mi è risuonata nella testa per mezz’ora e in quel lasso di tempo ho sentito come una specie di scossa continua che mi attraversava la schiena. Di quelle che al passaggio ti lasciano quasi una sensazione di bruciore alle ossa. E’ nata così questa nuova avventura quasi per caso, come se fosse uno scherzo.

Traccia pensata e disegnata dal Doc e nome sfornato in un amen dal sottoscritto. “Da Arco Ad Arco”. Da quello della Pace di Milano a quello di Trionfo di Parigi.


Da Settembre si inizia a pensare alla logistica e con l’inizio del 2022 si pianificano nel dettaglio le varie tappe. Partenza fissata per il Maggio, arrivo a Parigi il primo Giugno. Durante l’organizzazione si unisce al gruppo anche Sara. Arriviamo di fatto con tutto pronto e definito già a Marzo. L’ultimo mese serve giusto per i dettagli e i tocchi di stile come la divisa spaziale disegnata da Caring Abike You e prodotta da Slop.

27 maggio 2022

Come pianificato verso sera prendo possesso dell’appartamento di Sara. A nulla son servite le raccomandazioni della proprietaria di casa circa il disinserimento dell’antifurto. Avete capito bene, ho fatto il solito casino facendo suonare per quasi 3 minuti tutta casa. Superata la fase di panico e dopo aver posato i miei bagagli scendo per andare incontro al Doc che arriva in perfetto orario in sella alla sua Trek già in assetto bikepacking e con Davide già pezzato a schifo.

In attesa dell’arrivo di Sara io e il Doc ne approfittiamo per andare a cena e una volta rientrati allestisco la Renata in assetto. Una volta preparata la guardo e ho già voglia di montarci sopra e partire.

La proprietaria di casa invece si è presentata che erano le undici di sera, ma con una sorpresa da svenimento. No, non ha portato ne il dolce ne altra birra, la saretta è rincasata con un cavallo di nome Francesco Pizzato! Il buon Fra si aggregherà per l’intera prima tappa, dormirà con noi e il giorno dopo ripartirà da Briga per tornare a casa. Eroe!

28 Maggio 2022 – Milano – Brigs

5.50 e la sveglia mi dà il buongiorno. Sarà che quello dove ho dormito non era il mio letto, sarà che ero un po’ in ansia da pre partenza, sta di fatto che ho dormito poco e male. A dire il vero sono mesi che dormo di merda ndr, ma questa è un altra storia.

Alle 7 spaccate siamo in bolla con il piede sul pedale. Come promesso ai miei compagni di viaggio, sulla borsa anteriore della bici ho incastrato una cassa bluetooth. Inutile dire che è accesa e al massimo volume fin dal chilometro zero.

Percorriamo i sei km di strada che dalla Bovisa ci separano dall’Arco della Pace. Arriviamo in leggero ritardo scoprendo che ad aspettarci c’è un sacco di gente. Dario, Simone, Maurone, i fratelli Snocco. C”è anche gente che è venuta solo per un saluto. Oh mi sono quasi commosso.

La partenza è però posticipata causa fortura al tubless di Francesco. I vetri della movida del venerdì sera hanno fatto una vittima.

Alle 7.30 riusciamo finalmente a partire cercando un modo per uscire da Milano, cosa sempre complicata specie se devi fare la lotta con rotaie, sanpietrini e traffico, che personalmente lo facevo meno incattivito il sabato mattina. Per fortuna una volta imboccata la strada che porta verso il Lago Maggiore il viaggio si fa più rilassato e anche l’umore generale ne giova. Insomma per farla breve nel caso non fosse chiaro, iniziano a fioccare le cagate e con loro le risate.

Ad Arona anche l’ultimo gruppo scorta ci saluta facendo rientro verso casa. Proseguiamo in quattro puntando Mergozzo prima e Domodossola poi. Prima di affrontare il vero sforzo della giornata, il Passo del Sempione, ci fermiamo per una pausa pranzo che nel mio caso favorisce un certo abbiocco. Lo sapevo che non dovevo prendere la pizza. Fortuna che c’è Eolo a farci compagnia e a tenermi sveglio, non ci abbandonerà da li fino alla fine della tappa. Inutile perdere tempo ricordandovi quanto sia fastidioso averlo sempre contro.

Menzione d’obbligo per l’unico vero passo che abbiamo dovuto affrontare nel corso del nostro viaggio. Il Sempione è una noia incredibile, fatto con una discreta dose di vento contro lo rende ancora più orribile. Sia chiaro, non mi è piaciuto non per il panorama che avvolge la strada. Quello merita, la parte noiosa della salita è l’estrema lunghezza ( 28 km di salita) e la percentuale di pendenza a tratti soporifera. Scollino in cima qualche minuto prima di Sara, dopo aver fatto almeno metà salita in compagnia di Francesco. Mentre aspetto entro nel bar per una visita al bagno. In bella vista nella vetrina del bar ci sono delle fettazze di torta che sono uno spettacolo. Oh non ci crederete, mi è passata subito la fame. E’ bastato guardare il prezzo di una fetta. 14 Euro.

Una volta in cima, foto di rito, marchio dei cartelli con adesivo e siamo pronti a goderci 30 e rotti chilometri di discesa verso Briga. L’aria è a tratti fresca, e la discesa è uno spettacolo. La Svizzera in quanto a fondo stradale non delude mai di questo bisogna darne merito.

Chiudiamo la prima tappa con 187 km e 2075 metri di dislivello.

29 maggio 2022 Brigs – Losanna

Prima della partenza salutiamo Fra. Piccola menzione doverosa, Fra è uno di quegli amici che senti poco, ma quando serve c’è sempre. E quando c’è state certi che il divertimento è assicurato. Fra è una di quelle amicizie nate grazie alla bici, un amico genuino simpatico schietto e sincero.

Il clima alla partenza è bello frizzante. Affrontiamo quella che è la tappa più facile di tutto il viaggio con estrema spensieratezza. A rendere il mood perfetto metteteci che buona parte del viaggio è stata lungo piste ciclabili così curate che un italiano medio si sentirebbe male solo alla visione. Queste autostrade per bici costeggiano spesso casette in legno di una bellezza disarmante. Proseguiamo lungo la traccia attraversando interminabili pianure con annessi allevamenti di bovini. Credo che avremo visto più mucche che persone almeno fino a Mourgex. Un’infinità di bovini. Infatti nel dubbio a cena ci siamo spesso nutriti ad hamburger, a prezzi va detto non molto popolari…

Lo scenario cambia improvvisamente quando ci avviciniamo al lago di Losanna. Acque azzurre che sembra di stare in Costa Azzurra. Un benessere per strada che ne puoi quasi sentire il profumo. A Mourgex ci fermiamo per la foto di rito alla statua di Freddy Mercury. Ebbene sì, lo ammetto, non sapevo nulla del fatto che il frontman dei Queen passò gli ultimi anni della sua vita presso una struttura situata proprio in questa meravigliosa cittadina svizzera.

Ovviamente la foto è come sempre il momento per eccellenza dello scherzo. E in questo viaggio la povera Sara è stata spesso la vittima designata per gli scherzi miei e di Davide. Tranquilli, era preparata a tutto ciò che ha dovuto subire e alla fine siamo stati contenuti e gentili come sempre.

Proseguiamo costeggiando il lago avvicinandoci sempre più a Losanna. La strada fa da spartiacque tra l’azzurro del lago e il verde dei vigneti. Arriviamo a Losanna chiudendo di fatto il nostro secondo giorno. Come anticipato tappa molto soft e molto piatta 164 km e solo 470 metri di dislivello.

30 maggio 2022 Losanna – Beune

Non facciamo in tempo a partire che siamo di fatto in Francia. Ci aspetta molta strada oggi e a farci compagnia al mattino c’è un fastidioso e per giunta fresco vento a rendere più faticosi i primi chilometri di strada.

Lo scenario intorno a noi rimane però praticamente simile a quanto visto nei giorni passati in Svizzera. Distese immense di campi. In Francia sono davvero interminabili. Ci sono momenti in qui non si incontra una casa per decine di chilometri. Un silenzio unico a tratti quasi spaventoso. Fortuna che a romperlo ci pensa la saretta con i suoi teneri momenti di karaoke (ribatezzata a fine viaggio saraoke)

Il caldo con il passare delle ore inizia a farsi sentire, una leggera brezza aiuta quel poco che basta a non soffrirlo troppo. Dominatrice della tappa l’Armento, che se ne è andata in fuga dal km zero obbligando me e il Doc ad inseguirla. Una vera locomotiva della Bovisa.

Oltre alla fatica, stiamo sempre spingendo le bici con circa 10 kg di borse, non mancano chiaramente i momenti divertenti. Dalle pause pranzo improvvisate, all’entrata in grandi magazzini solo per prendere l’acqua.

Arriviamo a Beune dopo 194 km e oltre 1500 metri di dislivello. La notizia del giorno però è la scoperta di una lavanderia a gettoni non poco distante al nostro albergo. Bucato fu, finalmente aggiungerei.

1 Giugno 2022 Beaune – Migennes

Partiamo da Beaune con un filo di ritardo puntualmente evidenziato dalla Saretta, che non perde occasione per punzecchiare. Per lei la notte appena trascorsa è stata la prima e unica senza condividere la stanza con me e Davide. Si gli è toccato pure questo!

Dopo aver lasciato il paese prendiamo la ciclabile che costeggia il canale della Borgogna. Oddio definirla ciclabile è piuttosto riduttivo. E’ una meraviglia di strada che costeggia un canale navigabile. Lungo il canale sono situate delle chiuse che permettono alle barche di navigare. Ciò che mi colpisce maggiormanete è però il netto cambio di colori e profumi rispetto ai giorni precedenti.

Se nei giorni passati i colori dominanti erano il verde e giallo dei campi oggi è tutto un multicolor di fiori. Un’infinità di profumi che si mischiano decisi.

La giornata però sembra mettersi male. Dopo circa 20 km la leva di sinitra dell’Armento inizia a dare problemi. Sembra essersi scaricata. La faccia e l’umore della donna del gruppo cambia radicalmente. Costretta per circa 60 km con un rapporto non propriamente agile, riusciamo finalmente a risolvere il problema anche grazie all’aiuto mio e del doc. Vi giuro che vedere la Saretta tornare ad essere la solita Sara è stata una bellissima emozione. In un secondo la preoccupazione l’ansia e il broncio hanno fatto di nuovo spazio alla vera Sara. Quella che in viaggio è essenziale a prescindere dal viaggio che si ha in programma. Quella con cui non ti puoi annoiare. Quella che stai certo che prima di tornare a casa una canzone in testa te la mette. Assicurato.

Il viaggio prosegue senza ulteriori intoppi. Il paesaggio inizia a diventare meno rurale e più industriale. Diminuiscono i campi e gli allevamenti a discapito di negozi, fabbriche. Anche il passaggio da dei centri abitati aumenta per la gioia dei nostri occhi.

Con la giusta serenità arriviamo a Migennes in lieve ritardo ma con un profumo di Parigi nelle narici.

Giovedì 2 Giugno Miggennes – Parigi

La partenza era fissata per le ore 7, ma una volta svegli ce la siamo presi con estrema calma, così il piede sul pedale lo agganciamo che sono le 8 passate. Ci mettiamo in moto pedalando verso nord e come sempre con un leggero vento che ci soffia in faccia. Mentre pedalo penso che sto andando a Parigi. Ancora non mi sembra vero. Siamo in viaggio da cinque giorni e ancora non ho realizzato totalmente.

Ad ogni chilometro di strada percorso si avverte chiaramente che ci stiamo avvicinando alla nostra tanto sognata meta finale. Le città sono più grandi e più popolate e anche il flusso di auto lungo la strada è decisamente maggiore rispetto ai primi giorni. Anche oggi abbiamo il piacere di transitare su alcune ciclabili davvero spettacolari. In questo caso la bravura è stata tutta del Doc che ha disegnato la traccia in maniera maniacale. Ciclabili immerse in veri e propri boschi.

Superiamo Montigny, paese incantevole che attraversa il fiume Le Loign, affluente di sinistra della Senna. Dopo il paese attraversiamo per circa dieci chilometri le riserve biologiche di Dirigee du Mont Merie e quella de Champ Minette prima di fare ingresso in quel di Fontainebleau. Visto l’orario ne approfittiamo per la sosta pranzo che consumiamo in una pizzeria gestita da ragazzi italiani. Pizza ma soprattutto caffè da paura.

Io che faccio figure di merda a Fontainebleu

Ci rimettiamo in marcia attraversando nuovamente boschi e parchi dove il suono della natura è il vero protagonista assoluto. Siamo a circa 80 km scarsi da Parigi e nel momento in cui ci penso quasi non mi sembra vero. La cassa posizionata sulla borsa anteriore trasmette al massimo del volume i Foo Fighters, la saretta poco dietro di me canta Elisa e il Doc ci grida indicazioni stradali per evitare di finire fuori traccia.

Il vero momento epico della giornata avviene però venti chilometri dopo, quando mentre percorriamo sereni un tratto ciclabile il Doc lancia l’urlo che la strada da prendere era alla nostra destra. La vista di suddetta strada fa diciamo un po sbarellare la povera saretta.

Strada semi sterrata in salita a circa il 10% di pendenza. Diciamo che la Sara è adata vicinissima per scagliare un bel moccolo contro il Dottore! Superata questa asperità proseguiamo lungo la traccia che però a poco meno di 50 km da Parigi si blocca causa lavori stradali.

Il Doc però, sempre vigile e sul pezzo, modifica la traccia e riusciamo in poco a riprendere il cammino lungo la nostra meta finale. Il segnale che siamo vicini arriva al km 157 quando imbocchiamo la ciclabile che costeggia la Senna. Sento lentamente salire l’emozione.

Dopo una serie di svolte da lontano si scorge la Tour Eiffell riprendiamo la ciclabile che in poco meno di cinque minuti ci fa sbucare direttamente sui campi elisi.

Ci siamo! Quando do le prime pedalate non mi sembra vero. Me lo devo chiedere un paio di volte. Mi guardo intorno. Macchine e un fottio di ciclisti con qualsiasi tipo di mezzo. Ragazzini con lo zaino, adulti in completo che rientrano da lavoro. Donne con bimbi sul seggiolino. Uno spettacolo!

Rivolgo nuovamente lo sguardo davanti a me e c’è lui. Quell’Arco immenso proprio in fondo al viale. Una volta raggiunto la fine degli Champs Elysee ci fermiamo, Sara e Davide appoggiando le bici ai paletti che separano la strada dal marciapiede.

Mi fermo anche io ma rimango sulla sella della Renata. Mi serve la foto ricordo, e deve necessariamente essere il più vicino possibile all’Arco. Credo che la poca lucidità e le troppe endorfine ed emozioni non abbiano aiutato a fare una scelta saggia, non mi spiego altrimenti il motivo per cui ho deciso di attraversare la strada per arrivare fino all’Arco. Il tutto in sella pedalando e schivando le macchine.

La foto per cui ho rischiato la vita due volte

Faccio giusto in tempo a fare due scatti alla Renata che arrivano due della Gendarmerie che mi invitano a togliermi da li. Ed eccomi di nuovo pronto a riattraversare la strada. Sinceramente, il secondo attraversamento è stato nettamente più rischioso del primo. Ora sono soddisfatto. ora posso festeggiare con i miei compagni di viaggio. Con coloro che mi hanno sopportato per cinque giorni. Quelli con cui ho condiviso strade, risate, scherzi e anche un pizzico di panico. Abbiamo riso e ci siamo sempre sostenuti, quando era necessario ci siamo aspettati. Credo fortemente che nessuno ci avrebbe potuto tenere lontano dalla nostra meta finale. Nessuno poteva tenerci lontano da Parigi.

E’ stato un viaggio pazzesco, divertente e a tratti anche rilassante, specie per la testa. Un viaggio che mi ha dato molto e insegnato tanto. Un viaggio che si aggiunge al bagaglio delle esperienze, quel bagaglio che nella vita ciclistica non potrà mai, almeno per me e almeno fino a quando potrò, essere pieno.

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