Anche per il 2019 sono deciso a completare la sfida che da dieci anni Rapha organizza su Strava. Le regole del Festive500, superato l’anno prima, sono rimaste le stesse di sempre. Pedalare 500 Km negli otto giorni che vanno dalla vigilia di Natale fino al 31 Dicembre.
Se lo scorso anno avevo pianificato nel dettaglio ogni singola uscita, quest’anno per cause di forza maggiore ho lasciato tutto al caso.
A dirla tutta ho rischiato seriamente di non riuscire a completare questo Festive. Alla mezzanotte del 27 Dicembre avevo al mio attivo un totale di appena 62 Km, percorsi tutti il giorno della vigilia in Brianza e in solitaria.
Un giro quello, dove senza esagerare ho rischiato di essere investito in almeno tre occasioni. Vorrei evitare di raccontarvi i dettagli e tediarvi alla morte, vi dico solo che in una delle tre occasioni, il conducente dell’auto, un signore sull’ottantina, dopo avermi battezzato il gomito, una volta raggiunto al semaforo, dopo che gli ho fatto notare la cosa, stupito mi ha rispoto che non mi aveva visto.
Quello della vigilia è stato un giro che mi ha portato alla memoria le mie prime uscite da neofita, quando ancora non ero pratico di strade e percorsi, quando ancora non conoscevo il mio corpo, quando ancora uscivo sempre in solitaria.
Insomma quando con la bici ci scherzavo.
Un giro semplice, da casa fino a Monza. Passando rigorosamente dal Parco di Monza e con l’occasione ho fatto assaggiare alla Renata l’asfalto della vecchia curva sopraelevata. Un giro mezzo gravel passando anche per qualche stradina non asfaltata del Parco di Monza, per giunta senza forare (un miracolo).
Questo il mio Festive, a quattro giorni esatti dal temine della sfida mi mancano poco meno di 440 km da percorrere per completarla.
Decido di organizzarme due giri lunghi per i due giorni seguenti, due giri da almeno 150 km ma l’indomani devo modificare i miei programmi della giornata, posticipando la partenza, ve lo dicevo che c’erano cause di forza maggiore.
Quando monto in sella sono passate le 10.30. Decido di andare verso Varese tagliando però una bella parte del giro che mi ero disegnato nella testa.
In solitaria arrivato a Tradate devio per il centro del paese per poi prendere la strada che porta verso Pianbosco, o se preferite la strada che porta al paese del cash.
Pianbosco è una piccola frazione nel comune di Venegono. La strada attraversa un bellissimo bosco dove sorgono ville da paura. Mentre pedalo concentro lo sguardo su strutture dall’architettura hollywoodiana e favolosi giardini con l’erba cosi precisa, non fosse per il clima (3°C) sembrerebbe quasi di essere a Hollywood. Una volta terminato il breve tratto di discesa, che mi riporta all’incrocio con la statale Varesina, tiro dritto e vado ad affrontare il Piccolo Stelvio.
Lo affronto con decisione, scegliendo un rapporto duro, voglio provare a farlo a tutta, ma dopo tre tornanti devo rimettermi con le chiappe sulla sella e alleggerire portando la catena sul 36. Il mio dannato ginocchio sinistro non ne vuole sapere di fare tutta questa fatica. Me lo fa capire a modo suo, con una fitta tremenda. Arrivato alla fine della prima parte della salita decido di svoltare e fare rientro verso casa passando però dalla valle Olona, da quel divertente sali e scendi.
Arrivato a casa chiudo un giro da 82 km, non esattamente quanto mi ero ripromesso alla vigilia.
Il giorno seguente, Sabato 28 sempre a causa di una serie di sfighe capitate tutte nello stesso momento devo rinunciare all’uscita.
Alla sera decido per la mattina seguente di fare un giro da almeno 200 km. Opto per il giro esterno del lago di Como, partendo da casa.
Alle 7.30 sono in sella direzione Como. La giornata è di quelle fresche ma con il cielo sgombro dalle nuvole. Arrivato a Como allungo a colpi di pedale verso Cernobbio per proseguire lungo la strada che costeggia il Lago. Al bivio di Moltrasio decido di prendere la strada bassa che continua a correre di fianco al lago. Colori e profumi di una classica giornata d’Inverno. Trovo anche un gurppo a cui riesco ad agganciarmi e farmi tirare per un buon dieci chilometri.
Mi concedo la prima pausa arrivato ad Argegno, anche perchè fino a qui ci sono arrivato a digiuno. Cappuccio e due cornetti. Quando riparto soffro per i primi chilometri il freddo, anche per colpa di un fastidioso vento che soffia contrario.
Otto chilometri dopo, il freddo sembra non passare, e nella mia testa inizia a prendere largo il pensiero di tornare verso casa. Procedo i successivi 10 km con una voce dentro la testa che mi dice di girare la bici e rientrare. La mia mente inizia a sviluppare pensieri che non sono d’aiuto con quanto mi ero prefissato alla vigilia. Proseguo dritto facendo il possibile per non dargli ascolto, continuando a spingere la bici lungo la strada e cercando di trovare conforto almeno nel panorama che il lago mi regala.
Superato il paese di Tremezzo la situazione freddo migliora e con lei anche la situazione mentale. I pensieri che avevano martellato la mia testa sono volati via. Ora invece è la strada che sta volando via.
Arrivo a Menaggio quando il sole ha preso totalmente possesso del cielo, per starda tante persone a godersi la meravigliosa giornata e tantissimi ciclisti in giro.
Superato Menaggio tiro dritto arrivando a Dongo. 83 km percorsi, stranamente anche con una bella media, considerato i miei standard da paracarro. Insomma in solitaria tenere i 30 orari per me è un grande risultato.
Proseguo costeggiando il lago, inizio ad avvertire un discreto senso di fame che una barretta non riesce certo a sanare. E’ presto però per fermarsi a pranzo. Per strada fin da questa mattina ci sono parecchi ciclisti. La mia fortuna è un gruppetto di sei ragazzi che incontro poco dopo Dongo. Mi superano e io ne approfitto per accordami all’ultimo e starmene bello fresco in scia.Mi faccio trainare fino a Colico quando decido che è arrivato il momento di consumare un pranzo adeguato.
Mi fiondo dentro al primo bar che trovo,ordino un maxi toast e due lattine di Coca-Cola. Lo divoro seduto ad un tavolo con la Renata appoggiata alla vetrina del bar. Terminato il pranzo sono pronto per ripartire, ma solo dopo aver consumato anche un ottimo caffè. Mi rimetto in marcia, consapevole che sono a metà strada e che ho ancora davanti almeno 4 ore buone di tragitto.
Il paesaggio ora è cambiato, ma sopratutto in alcuni tratti il sole si nasconde dietro alle montagne rendendo il passaggio particolarmente fresco. Non me ne vogliano i lecchesi, ma il lato di Como offre panorami decisamente migliori. La stessa Lecco, che raggiungo alle 13.50 è meno affascinante rispetto a Como. Mi dà quasi la sensazione di un paese spento.
La strada fino a Lecco è stata un continuo mangia e bevi, così raggiunto e superato il ponte che divide l’Adda dal lago decido di mettere sotto i denti una barretta. I 40 e rotti chilometri percorsi da Colico a qui sono stati particolarmente faticosi anche per colpa del vento che ha ripreso a soffiare contro, in alcuni tratti anche in maniera decisa e fastidiosa.
Arrivo a Valmadrera e poco dopo lo sguardo può spaziare lungo la riva del Lago di Annone. Che giornata perfetta che mi ha regalato il meteo, i raggi del sole si tuffano nelle acque del sole. Se ripenso alle crisi della mattina, guarda invece ora dove sono arrivato, solo con le mie gambe. Superato il Lago di Annone è il turno del lago di Pusiano superato la strada che porta verso Erba inizia a salire e io inizio ad essere davvero stanco. Mi consolo pensando che questa sarà l’ultima fatica della giornata.
Arrivo a casa alle 16:30 passate dopo 7 ore abbondanti in sella. Un viaggio lungo 210 Km. Sono finito ma felice e soddisfatto. E’ stato un giro magnifico, da solo, con la mente che ha potuto viaggiare libera, senza l’ansia del ritmo della strada, solo con i miei tempi. Ogni tanto serve.
Prima di buttarmi in doccia aggiorno i chilometri che mi mancano a completare il Festive. Con il giro di oggi mi mancano solo 147 Km con ancora due giorni di sfida disponibili.
Non c’è tempo per riposare, la mattina seguente alle 7.20 sono di nuovo con le chiappe posate sul sellino della Renata.
Destinazione Argegno, in compagnia di Stefano, Mario e il Nonno per l’ultimo cofee ride sul lago dell’anno. Nonostante la fatica del giorno prima le gambe sembrano rispondere decisamente bene. Da Saronno insieme agli Stefano ci diregiamo verso casa di Mario, una volta recuperato anche lui ci dirigiamo verso Como.
Come consuetudine passiamo da Lomazzo, attraversando quel tratto di strada che nelle prime ore del mattino è paragonabile a una gigantesca cella frigorifera.
Durante la strada come sempre non mancano risate e battute, che rendono il tragitto sempre più piacevole.
Dopo tanti giorni ad uscire da solo mi serviva un giro con Stefano in gruppo. Un giro con chi ha reso speciale il mio 2019 in sella.
Arrivati ad Argegno ci concediamo un caffè al Bar Colombo ne approfitto anche per mangiare un croissant. Quando siamo pronti per ripartire mi passa davanti Marcello Valoncini. Quasi non ci credo. Dopo mesi a cercare di uscire insieme, per caso ci incontriamo ad Argegno.
Ne approfittiamo per tornare verso Como insieme. Ripartiamo da Argegno con il buon Mario avanti al gruppo a fare andatura, discreta gamba la sua, ha tirato per quasi tutto il giro. Pedalo dietro a Marcello e non posso che ammirare la sua eleganza nel pedalare. A vederlo da la sensazione di essere leggero come una piuma quando spinge sui pedali, ma in realtà ad ogni pedalata scarica quasi 350 watt.
Ci facciamo tutto il tratto di strada che costeggia il lago per salutarci una volta superata Cernobbio. Una piacevolissima sgambata in attesa di riuscire davvero ad organizzare una pedalata seria insieme.
Da Como rientriamo verso Saranno, e ne approfitto per fermarmi in un baretto con Stefano per una birra al volo e gli auguri di rito.
Altro giro in archivio, 116 Km che mi portano a poco meno di 40 km dal completare definitivamente questo Festive 2019.
La mattina di Martedì decido però di prendermela comoda Mi alzo con tutta calma dopo le 8:00, e con molta calmo mi preparo per l’uscita. Monto in sella che sono passate le 9. Verrebbe da pensare che almeno in questo caso non ho dovuto lottare con il freddo e invece. La realtà è che il freddo si è fatto sentire anche nell’ultimo giro del 2019.
Che anno il 2019, ciclisticamente parlando uno spettacolo, andato ben oltre le mie aspettative e forse anche ben oltre i sogni. Un anno che mi ha permesso di conoscere tanti amici nuovi, mi ha permesso di entrare stabilmente in un gruppo costituito da persone che vivono la bici esattamente come la vivo io. Un anno che mi ha permesso di superare ogni mio limite, anno che mi ha visto arrivare in cima all’Everest.
Lo chiudo con il più banale e facile dei giri, 45 Km tra Rho, Arluno e Sedriano. Una volta a casa posso finalmente dire di essere riuscito a completare il Festive anche quest’anno.
Che anno da incorniciare! #applausi
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