Dopo Lanzarote nel 2017 e la Sicilia nel 2018 anche per quest’anno durante le mie vacanze potrò godere della compagnia della bici. Quest’anno sarà una compagnia speciale, una compagnia nuova, perchè con me durante queste vacanze verrà anche la mia nuova specialissima comprata con tanta fatica pochi giorni prima della partenza. La nuova arrivata è una Colnago CLX versione 2019, nera come la paura, dannatamente comoda e leggera. L’ho battezata con il nome di Renatina. E’ una specie di ritorno alle origini, sì perchè la mia prima volta in bici da corsa fu proprio su una Colnago, una Master Light dei primi anni 80.
La meta scelta per le vacanze di quest’anno è Valencia, dovendo raggiungerla in auto si è deciso di fare un viaggio a tappe, con soste di una notte in Camargue e a Barcellona all’andata e a Perpignan e Grenoble al ritorno. Vi risparmio il racconto sul mio stato d’ansia durante il viaggio nel sapere che la mia amata bici era sul tetto dell’auto.
In quel di Valencia ci arriviamo il 5 Agosto, nel frattempo mi sono regalato una pedalata di 32 km in quel di Barcellona troppo poco per soddisfare la mia voglia di bici. Così una volta arrivati, aver preso possesso della nostra casa in affitto e aver sistemato tutti i bagagli, decido di non perdere tempo, mi cambio e alle 23 sono in sella pronto a partire per un giro relax tra le strade della città. Luci accese pedalo da casa in direzione del centro, attraversando il lungo mare che ospita decine e decine di famiglie intente a cenare in modalità picnic con vista mare. Mi bastano pochi chilometri per rendermi conto del grande rispetto che gli spagnoli hanno dei ciclisti, mi basta percorrere poca strada per vedere che qui è pieno di ciclabili che ti permettono di pedalare in totale sicurezza. Sono ciclabili fatte bene, non come da noi. Curate, pulite e con un fondo perfetto, bene illuminate e segnalate alla grande.
A colpi di pedale arrivo in pieno centro a Valencia, la piazza del comune illuminata da far risaltare la sua estrema bellezza. Per strada parecchia gente, chi intento a cercare un ristorante dove cenare, perchè qui si cena anche a mezzanotte e chi alla ricerca del locale dove passare la serata. Fa un gran caldo, di quelli secchi che ti si legano intorno alla gola. Mentre ammiro la bellezza della piazza penso che dovrò organizzarmi per bene per le uscite dei prossimi giorni, probabilmente anticipando la sveglia anche alle 5.30/6.00 per evitare di soffrire troppo. Dopo aver pedalato a passo d’uomo lungo le vie del centro riparto in direzione di casa, passando davanti alla città degli artisti e percorrendo un breve tratto del Giardin del Turia. Primo giro esplorativo di Valencia terminato. L’impressione sulla città è stata super positiva.
Impressione che ha poi avuto le conferme nei giorni successivi, a partire proprio dal bellissimo Giardin del Turia perfetto per pedalare sopratutto con la famiglia. Questo parco, è il giardino urbano più grande di tutta la Spagna, ricavato nel 1986 nell’antico letto del fiume Turia che venne prosciugato come misura preventiva al fine di evitare le periodiche alluvioni che affliggevano la città. Dopo la gravissima alluvione avvenuta dell’ottobre del 1957 che causò gravi danni alla città e provocò la morte di molte persone, fu deciso di deviare il fiume fuori dai confini della città e di realizzare dei giardini nel suo vecchio letto. Alle sette del mattino lungo le strade del parco è pieno di persone che fanno jogging e di ciclisti che pedalano in maniera ordinata e spensierata lungo le ciclabili a loro riservate. Non mancano all’interno del parco una quantità di parchi giochi, il più importante è senza dubbio il Parc Du Gulliver, un giagantesco Gulliver da cui sono stati ricavati scivoli e passaggi segreti dove i più piccoli possono giocare in totale spensieratezza. Non mancano neppure campi da calcio, basket, rugby e aree attrezzate con installazioni ludiche e attrezzi per allenare il corpo. Ci sono anche immense distese di prati verdi dove rilassarsi e anche qualche laghetto popolato da papere e pesci dove è addirittura possibile noleggiare piccole barche e navigare. Pedalare in questo parco è molto rilassante a parte se avrete la sfortuna di incontrare dei turisti inglesi che ancora non hanno capito da che lato della ciclabile devono pedalare.
Purtroppo la parte complicata dei giri è stato trovare salite dove allenarmi come si deve, complice anche la mia particolare difficoltà nell’uscire dalla città senza sbagliare mille volte la strada. Quando però ho finalmente imparato, anche grazie all’aiuto di Walter, il tragitto più seplice per raggiungere la campagna fuori Valencia ho potuto in qualche modo soddisfare la mia voglia di salita. A proposito di Walter, bellissimo il giro fatto con lui, dove abbiamo raggiunto la cima del L’Oronet. Una bella salita molto allenante dove tra le altre cose lungo la strada ho riconosciuto le scritte dedicate a qualcuno che la settimana prima ha fatto un Everesting. Un giro divertente dove ho avuto modo di conoscere una bella persona come Walter, un cinquantenne che continua a vivere la bici come piace a me, un giro divertente e per certi versi rigenerante. La salita che porta a L’Oronet comincia ufficialmente a Naquera, un paesino di tremila anime a poco meno di trenta km da Valencia. Lo si raggiunge attraversando vere e proprie distese di aranceti uno spettacolo unico. La strada inizia a salire subito in maniera molto decisa a tratti anche violenta sfiorando il 12% e fino al secondo km non si ammorbidisce mai, una volta superato il primo tornante si assesta intorno al 7/8 % e diventa decisamente più pedalabile. Cosa molto importante la salita è quasi sempre all’ombra, sopratutto nella prima parte e altro dato che ho trovato positivo e molto utile ad ogni km è installato un cartello che riporta i chilometri che mancano alla vetta e la percentuale di pendenza media e massima che si affronta nel km successivo, insomma esattamente come accade su quasi tutte le salite in Francia.
Una volta raggiunta la cima si scende passando dal grazioso paesino di Torres Torres e proseguendo in direzione di Estivela. Un giro molto bello che ho poi deciso di replicare qualche giorno dopo in solitaria. In quell’occasione poco prima della cima de L’Oronet ho imbucato la strada che si apriva alla mia destra e che portava a Gabi. Quando mancavano circa 2 km dalla cima di fronte ad un bivio ho deciso di imboccare la strada a destra, asflatata probabilmente il giorno prima, a giudicare la qualità dell’asfalto.
Senza neppure saperlo e dopo aver pedalato per circa 4 km su pendenze mai sotto il 13% e punte di 19/20%, mi ritrovo in cima a quello che i valenciani chiamano El Mirador. Per capire che il nome è di quelli adatti bisogna spingendo la bici a mano, passare dietro le antenne posizionate in cima alla salita, e dopo qualche metro si gode di un paesaggio meraviglioso.
Una volta ritornato all’inizio del bivio non sono ancora contento, così mi spingo per altri tre km di salita e raggiungo la cima di Port del Garbi. Un giro in solitaria davvero bello, strade quasi sempre perfette e come anticipato all’inizio del racconto automobilisti che mi hanno semplicemente lasciato senza parole. Solo per darvi l’idea, durante il giro con Walter a circa metà salita ci siamo ritrovati dietro un’auto, io e Walter pedalavamo affiancati, l’automobile è rimasta per un km abbondante dietro di noi senza suonare, sbraitare o anche solo lamentarsi. Capite il motivo per cui sono rimasto sconvolto??
In dodici giorni ho potuto pedalare sia dentro la città sia fuori dalla stessa, e vi posso assicurare che è davvero una città a misura di bicicletta. Molto bello anche il giro a Pucol, raggiunta attraversando distese di aranceti. Mentre pedalavo sulle piccole stradine che dividevano i campi ho sentito in più di un’occasione quell’intenso profumo di arancio, così forte da entrare nelle narici e arrivare fino al cervello. Del giro a Pucol ricordo anche la fortuna di aver bucato nello stesso colpo sia anteriore che posteriore.
In dodici giorni oltre 500 km, non male per essere in vacanza, abbastanza per capire bene la mia nuova compagna di viaggi. Insomma mi sono particolarmente divertito, Valencia è una città che consiglio a tutti, con o senza bici, visitatela perchè ne vale davvero la pena.
Sotto qualche scatto fatto durante le uscite.