Per il terzo anno consecutivo mi ritrovo a partecipare, con il solito entusiasmo, alla Bike Night di Milano. Come da programma la partenza è fissata alla mezzanotte da Piazza Duca D’Aosta e dopo una breve sosta in Piazza Duomo a Milano si parte compatti verso il Lago Maggiore. La maggior parte del percorso, come sempre, si snoda lungo la ciclabile che costeggia il Naviglio. Nelle due edizioni precedenti la pioggia mi ha accompagnato in questo viaggio di 100 km nel cuore della notte, quest’anno sembra essere finalmente l’anno giusto per una corsa asciutta.
In vista del mio tentativo di Everesting per testare il corpo alla notte in sella fu deciso che, una volta arrivato ad Arona, sarei ritornato verso casa in sella alla mia bici. La proposta è piaciuta da subito a Leppe, mio compagno di avventura, che ha accettato con grande entusiasmo da subito.
Con quest’ultimo mi dò appuntamento il Sabato sera per le 18 a casa, dove ceniamo con una bella porzione rigorosamente ignorante, di spaghetti aglio e olio. Una cosa in stile osteria di paese, 400 grammi di spaghetti in due il tutto accompagnato con della rigorosa birra fresca. Alle 22 ci prepariamo per partire e dirigerci al punto di ritrovo della corsa, dove ci sarà anche Marco ad attenderci. Lui però, non se l’è sentita di fare anche il ritorno verso casa in bici optando così per un più comodo e riposante rientro in treno.
Io e Leppe siamo in strada, fari accesi ad illuminare il percorso e pedalata tranquilla in direzione Milano. La gente che ci incontra e ci incrocia ci guarda con facce stranite. Mentre percorriamo via Mac Mahon incontrando lungo la strada un ragazzo di Glovo. Scherzando gli dico di lasciare a noi lo zaino con il prodotto da consegnare, avremmo consegnato ben prima di lui, sorride, mentre Leppe poco più avanti si sta letteralmente sbellicando dal ridere. Testato l’ottimo livello di ignoranza proseguiamo in direzione Stazione Centrale, qualche chilometro prima ricevo un messaggio da Marco che mi informa di essere arrivato alla partenza.
Ci ritroviamo tutti in Piazza in attesa della partenza, manca però oltre un ora e mezza. Decidiamo di ammazzare il tempo con un caffè, e siccome al chiosco, quello offerto dall’organizzazione ha creato una fila chilometrica, decidiamo di andarlo a prendere al bar di fronte la stazione. Chiedete al buon Leppe quanto gli è costato? Tre caffè 5 euro. Milano state of coffee…
Tra una battuta e una risata tiriamo le 23.30, è quasi ora di inziare a mettersi in griglia e aspettare la partenza che avviene come da copione alla mezzanotte spaccata. In gruppo e a velocità controllata attraversiamo le strade di una Milano che inizia a vivere il sabato notte fatto di locali e bevute tra amici. Come sempre il passaggio sul pavè porta i più sfortunati a ritrovarsi con la faccia spiaccicata sullo stesso manto stradale. Io come accaduto lo scorso anno in alcuni casi ricorro al marcipiede in totale sicurezza. Una volta arrivati in Piazza Duomo tocca attendere circa mezzora prima di rimetterci in moto, questo perchè per sicurezza dobbiamo aspettare l’ultima partenza del tram che passa da via Torino.
Una volta ripartiti raggiungiamo porta Ticinese attraversando l’omonima via e subito superata la porta ci immettiamo su Via Vigevano non senza prima fare una serie di manovre assurde per evitare le macchine ma sopratutto i passanti alla ricerca del locale giusto dove passare il sabato sera. Io invece il mio sabato ho già deciso dove e come lo passerò, e non vorrei mai fare cambio con loro. Superiamo la stazione di Porta Genova e duecento metri dopo entriamo finalmente nella ciclabile che costeggia il Naviglio.
La prima parte attraversa ancora la città passando a ridosso dei locali. Leppe ha preso la testa del gruppo e traina me e Marco. Fa caldo, nell’aria c’è quella chiara sensazione di felicità per essere in piena notte in sella alle nostre bici. Ad Abiategrasso ci fermiamo per il primo ristoro, offerto da un alimentari che affaccia la sua vetrina sul Naviglio, da poco illuminato da una bella luminosissima luna. Il tempo di riempire lo stomaco, svuotare la vescica e si riparte. Lungo il tragitto battute e risate, insomma lo stile rimane quello di sempre, mai prendersi troppo sul serio.
Proseguiamo lungo la trada sempre illuminata solo dalle nostre luci fissate sui manubri delle nostre specialissime fino al secondo ristoro in quel di Turbigo. Da lontano si possono scorgere le luci che illuminano la vecchia centrale idroelettrica. Il ristoro per me è veloce ne approfitto solo per bere della coca-cola senza buttare nello stomaco nulla, la pasta è ancora li che gravita nella pancia.
Quando ripartiamo sono passate le 2.30, mentre pedalo quasta volta tirando io i miei due compagni non riesco a non pensare alla strada che mi aspettarà al ritorno. La corsa per un attimo prende le sembianze di un viaggio, qualcosa di più oltre ad un semplice giro in bici. pedalare di notte rimane qualcosa di veramente magnifico, attraversare strade che faccio durante il giorno rende il viaggio diverso dal solito, più intimo più emozionante.
Affrontiamo anche i primi brevi strappetti e verso alle 3:15 circa davanti a me appare lei, il “manifesto” di questa Bike Night, la diga del Panperduto. Illuminata nel cuore della notte, ad ogni pedalata si mostra in tutta la sua bellezza. Bellissima come sempre, forse stasera senza pioggia ancora di più.
Siamo oltre la metà del percorso ufficiale, e udite udite, questa volta riusciamo a non sbagliare strada (come accaduto dodicimesi prima) e evitare quei due chilometri tra sterrato e pietre in stile Roubaix. Lasciamo per un attimo la ciclabile, giusto un paio di km a tutta con Leppe a fare da apripista lungo la provinciale che è letteralmente deserta. Una volta ritornati sulla ciclabile riusciamo a scorgere in lontanaza le luci della città di Sesto Calende.
Alle 4.20 siamo ad Arona, al netto delle pause nei ristori siamo riusciti a migliorare il tempo dell’anno precedente. Pedaliamo vista lago con le luci della città ad illuminare il centro. Pedaliamo verso l’arrivo, posto in pieno centro, pedaliamo verso la nostra meritata colazione.
Una volta arrivati al bar prendiamo posto ai tavolini posti fuori dal locale. Mentre ci gustiamo cornetto e cappuccio io e Leppe cerchiamo di persuadere Marco a rientrare con noi in bici, ma purtroppo non c’è verso di convincerlo, integerrimo ha già deciso per il rientro in treno.
Dopo quasi mezzora di pausa io e Leppe siamo pronti per ripartire e dare vita a quella che sarà la seconda parte della nostra Bike Night. Decidiamo di rientrare da Varese, spingiamo sui pedali in direzione Sesto Calende, dopo una breve indecisione imbocchiamo la strada per Angera, lasciamo il lago che lentamente sparisce dalla vista dei nostri occhi pedalando con buona cadenza fino ad Ispra. Lungo la strada non incontriamo neppure una macchina per oltre 20 km, con l’alba che lentamente conquista l’orizzonte.
Superata Gavirate il sonno inzia a farsi sentire e con lui anche un pochino di fame. Ecco il vero motivo di rientrare in bici, volevo realmente capire quanto fossi pronto per stare una notte intera in sella e ritrovarmi a pedalare anche il mattino seguente senza sosta, come sarebbe poi accaduto nel corso del mio Everesting.
L’alba ammirata in sella alla bici resta come sempre unica, una incredibile emozione che continuo a consigliare a chiunque. E’ un qualcosa che personalmente mi trasmette sensazioni uniche mi trasmette pace e tranquillità, un momento in cui mi dimentico di tutto, mi resetto.
Arrivati a Varese troviamo, non senza particolare difficoltà, un bar aperto per abbeverarci e riposare un attimo. Consumata l’ennesima Coca Cola e Redbull siamo pronti per ripartire. La strada ora la conosciamo bene, l’abbiamo fatta parecchie volte sopratutto nei mesi freddi quando ancora l’estate era lontana ed era tanto attesa.
Mi metto davanti a menare, 34 fissi con Leppe a ruota. La città si sta svegliando, e il sole inzia a farsi sentire. Visto che siamo sulla strada decidiamo di allungarci e fare il Piccolo Stelvio, insomma ormai stanchi per stanchi…
A Turate mi da il cambio e abbassiamo la cadenza, stanchezza e sonno si fanno seriamente sentire, cerco di mantenere la lucidità per ripercorrere nella mia testa tutto il viaggio fatto. La Bike Night rimane una bellissima pedalata, aggiungerci anche il ritorno in sella diventa una cosa super figa.
A Saronno saluto Leppe e mi spingo verso casa.
Un’altra avventura di quelle belle in archivio.