I Love My Bike – Ambassador Blyke 2019

La vita è strana, la vita è imprevedibile, credo non senza presunzione, di essere abbastanza grande per averlo capito e soprattutto provato sulla mia stessa pelle.

La vita ciclistica è altrettanto strana, e qui senza presunzione, posso dire con certezza assoluta di averlo provato, di avere le prove per affermare la mia competenza in materia. Oggi pedali, tra due minuti ti ritrovi nel vetro di una Punto, con un buco in faccia e il braccio tagliato così tanto da vedere quasi l’ulna. Oggi ti senti pronto per una super stagione, una di quelle dove supererai i 10 mila chilometri in sella, un mese dopo fai fatica a sollevare la gamba sinistra e quando cammini sembri un nonno pronto per entrare in casa di riposo, altro cjhe lunghi domenicali in bici.

La vita è strana, per fortuna però le cose possono cambiare anche in positivo. Per fortuna possono accadere fatti che poco tempo prima neppure potevi immaginare, o anche solo sognare, possono succedere cose che se te le avessero raccontate avresti riso come un pazzo. Posso aggiungere al curriculum della vita ciclistica un nuovo tassello, questa volta, per la mia gioia, positivo. Oddio forse definirlo solo positivo è riduttivo.

Non sono capace di fare annunnci, credo  che molti di voi lo abbiano scoperto chi da Twitter chi dalla pagina Facebook chi ancora da Instagram.

Domani è il mio giorno. Domani si va a pareggiare tutte le sfighe accadute in questi sei anni in sella. Domani sarò ufficialmente uno dei nuovi Ambassador Blyke.

Blyke è una giovane e nuova azienda, fortemente in crescita, distributore esclusivo per l’Italia dei marchi Ridley ed Eddy Merckx.

Per i prossimi dodici mesi rivestirò questo importante ruolo. Da ruoli importanti ne derivano bici importanti. Nel mio caso si tratta di una spettacolare Ridley Noah SL, equipaggiata con freni a disco e gruppo Ultegra Di2.

Penso che una foto in questo caso sia meglio di qualsiasi parola.

 

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Che dire, toglie il fiato. Bella vera. Insomma credo di aver provato quella sensazione simile a quando sei in giro per Milano e ti passa la strafiga di giornata di fianco. Ecco quella sensazione li, quella cosa che non riesci a non buttargli gli occhi addosso.

Prima di raccontarvi della giornata di Sabato, faccio un breve passo indietro a Venerdì; sono passate da poco le 22.30 e sono in una stanza dell’Hotel Belvedere a Montecatini. Cena consumata al Burger King (ci voleva). Il viaggio da Milano l’ho fatto oltre che in fila in tangenziale, anche tirandomi di tanto in tanto dei piccoli pizzicotti, perchè ancora non mi sembrava vero tutto ciò che stava succedendo, tutto ciò che sarebbe successo domani. Per fortuna che per una volta ero stanco e sfatto come pochi e a prendere sonno è stato semplicissimo.

L’indomani mattina dopo colazione, insieme a Sara ho fatto due passi per Montecatini, al rientro in albergo, l’incontro di persona con Mirco (Ig. MircoDiFebo_Bike)

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Quella con Mirco è un’altra di quelle amicizie, già descritte in diversi articoli di questo blog, nata su un social con in comune la passione, sempre più simile ad una malattia per la bici e per il ciclismo.

Mirco è un giovanotto, paragonato a me, è romano ma da un paio d’anni si è trasferito nella provincia di Siena in piena zona del Chianti, in posti dove pedalare è unico.

Il ciclismo unisce, fa incontrare persone e crea amicizie, vere e piacevoli. Mirco sarà come me ambassador Blyke e anche lui per i prossimi mesi, monterà in sella su una Ridley Noah SL.

Dopo le varie presentazioni con lo staff Blyke e con Sandro Sabatini, i meccanici sul posto ci danno un veloce settaggio delle bici regolando l’altezza della sella. Fremo dalla voglia di saltare sopra la bici e spingerci i primi colpi di pedale. E’ così bella, tutta nera, senza neppure in filo a vista, con quel manubrio integrato, quei cerchi ad alto profilo. Ovviamente anche in questo caso non potevo esimermi dal dargli un nome, lei si chiamerà Peppa e poco importa se non è mia e se dovrà tornare ai legittimi proprietari. Rimane una bici e per me le bici hanno un’anima.

Siamo pronti. Si monta in sella e si va.  Il giro è una sgambata molto tranquilla, per prendere dimestichezza con il nuovo giocattolo. E che giocattolo. Per me i freni a disco e il cambio elettronico sono una novità. E se per il secondo penso che mi ci vorra un po’ per apprezzarne i pregi dei primi sono rimasto da subito piacevolemente impressionato. Se penso a tutte le discussioni e in qualche caso anche le polemiche sull’impiego da parte dei professionisti mi viene quasi da ridere. A mio avviso possono non piacere, ma in termini di sicurezza penso che non ci sia modo di obiettare. Basta sfiorare la leva per frenare ed essere fermi in pochissimo spazio.

Mentre con il gruppo ci spostiamo da Montecatini verso Borgo a Buggiano, non senza dover schivare un po troppe buche. Il clima è perfetto, c’è un bel sole che sarebbe anche disposto a scaldare non fosse per il vento, decisamente forte e fastidioso. Il vento, l’elemento fondamentale per il mio battesimo con i cerchi ad altro profilo. Ammetto che in alcuni momenti mi sono anche quasi spaventato nel sentirmi spostare laterlamente dal vento, davero pazzesco.

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Percorsi i primi otto chilometri ci ritroviamo di fronte al ciclodromo Alfredo Martini situato nel comune di Ponte Buggianese. Una bellisima opera, dedicata ad un grandissimo del ciclismo italiano, i ragazzi presenti con noi durante la sgambata mi hanno detto che è sempre pieno di persone che girano, chi lungo l’ovale chi verso il resto del percorso. Chiaramente entriamo anche noi, dopo un paio di giri per scaldarci parte il giro lanciato con tanto di volatona finale. Terminate proseguiamo nel giro, in compagnia del vento che non pare essere intenzionato ad abbandonarci. Laciamo il comune di Ponte Buggianese e compatti attraversiamo la campagna di Vione fino ad arrivare vicino a Querce dove si presenta davanti a noi un piccolo strappo, utilizzato anche per farci foto e video. Mentre pedalo mi riesce impossibile non concnetrarmi sulla bellezza della bici, davvero un mezzo straordinario, una bici che va oltre al normale concetto di areodinamica. Sono emozionato. Estasiato e a tratti incredulo, ma ho smesso di tirarmi pizzicotti, ora mi basta guardare al mio fianco e chiedere a Mirco se è tutto vero.

 

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Dopo lo strappo di Querce siamo pronti per fare rientro in albergo passando da Casabianca, durante il viaggio di rientro io e Mirco ne approfittiamo per fare qualche storia demenziale (le solite insomma) da postare sui canali social. La strada è completamente sgombra, solo noi con le nostre bici ad attraversare posti davvero magnifici dove ti viene proprio voglia di stare sulla bici per ore e ore. C’è tempo anche per spingere la nuova signorina a livelli di velocità che gli competono, lasciando che Mirco dietro di me prenda la scia.

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Quando manca poco più di un chilometro al rientro in hotel sono quasi triste, sarei rimasto in sella ancora per un paio d’ore, mi riesce davvero difficile dover già scendere dalla bici. Ci siamo subito trovati, c’è stato subito quel feeling che piace a me, quella sensazione positiva, emozioni che ti lasciano con un sorriso stampato in faccia, quelle emozioni di cui fin dal primo attimo senti di poter farne di meno.

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Rientrati in hotel dopo una bella doccia ci siamo ritrovati tutti a tavola, con una discreta fame. Durante il pranzo c’è stato modo oltre che di parlare della collaborazione anche di conoscerci meglio.

E’ stata una giornata davvero magnifica, emozionante. Mi sono davvero divertito e c’è un pizzico di dispiacere a dover salutare Mirco per rientrare a casa. Ci siamo ripromessi di organizzare una bella trasfertina (mia) nelle zone sue, così dal fare una bella e sana pedalata in compagnia.

Mentre guido verso casa, quando mancano almeno ancora due ore di viaggio non riesco a non pensare che domani (domenica) sarà il giorno del primo vero lungo con la mia nuova compagna di viaggi.

 

 

 

 

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