Mi ero ripromesso un giro veloce per Santo Stefano. Smaltire i pranzi di Natale e della giornata seguente mi sembrava una cosa buona e giusta, se aggiungiamo che in ballo c’è la voglia di chiudere questo Festive il prima possibile diventa praticamente sacrosanto.
Così alle 17.30, dopo aver abbondantemente digerito, mi cambio e sono pronto ad uscire, non prima di aver montato le luci sulla bici. Ovviamente sarà un giro intorno a casa, senza spingermi troppo oltre. Appena butto la testa fuori di casa, mi rendo conto che sarà un giro freddo, -2 gradi, sarà sì un giro freddo.
Mi aggancio ai pedalini e parto. Mi dirigo verso la ciclabile del Villoresi, l’idea è di percorrerla fino a Lainate per poi deviare verso Rho e fare poi ritorno a casa. Dopo il giro della vigilia, mi ritrovo così nuovamente a pedalare affiancando un corso d’acqua, e sempre per casualità il corso d’acqua in questione dopo circa 70 km si butta nel Ticino.
Lungo la ciclabile non c’è anima viva, l’unica persona che incrocio rischio pure di investirla. Tranquilli, non è successo nulla, l’ho schivata, all’ultimo, ma l’ho schivata. A Lainate è tempo di abbandonare la ciclabile e sempre costeggiando per un breve tratto il Villoresi, mi butto nel centro città, frequentato a quest’ora da parecchie famiglie con i bambini alle prese con il ghiaccio della pista di pattinaggio installata nella piazza del centro. Mentre attraverso la piazza mi giungono all’orecchio almeno due pianti disperati di altrettanti bambini. Supero il cavalcavia della laghi e mi butto a tutta lungo la via Lainate in direzione Rho. Una lunga colonna di auto mi si presenta poco dopo davanti, mi butto a sinistra superandoli, chissà poi, dove mai andrà tutta sta gente il giorno di Santo Stefano alle 18.
Fa freddo, mi ripeto tra me e me, fa freddo ma non si molla, si continua pedalare, a Rho prendo per Via Pace, scoprendo però che la strada è chiusa. Costretto a girare la bici e tornare dal tratto di strada da dove era arrivato. ù
Un occhio sempre fisso al ciclo computer a vedere i chilometri percorsi e durante il giro conteggiarli mentalmente con quanti già fatti nel corso della prima uscita. Da questo punto inizia una specie di previsione, di conteggio, di programma da seguire. Mi impongo almeno 25 km, ma una volta arrivato a Mazzo decido di prendere il ponte ciclabile che costeggia la Fiera nuova e arrivare fino a Pero per poi fare ritorno verso casa.
Alla fine saranno 31 km, e anche questa volta Strava ha pensato bene di fregarmi ben due chilometri.
Conteggiandoli ai 199 del giorno prima fanno 230 tondi, poco meno della metà. Mentre cerco di scaldarmi sotto la doccia sono già con la testa al giro di domani, forse il vero emblema di questo Festive. Domani si va sul mio lago, partendo da casa, domani è la giornata della pazzia.