Mi ritrovo a scrivere per combattere una sensazione di sconforto, che fin da venerdì sera ha iniziato a prendere parte in me. Una sensazione di tristezza dovuta al fatto che il weekend alle porte lo dovrò trascorrere senza bici.
Il solo pensiero mi devasta dall’interno, mi sento all’improvvisocome svuotato e al tempo stesso rattristato. Non so neppure io quanto tempo è passato dall’ultimo weekend trascorso lontano dai pedalini, e francamente non sono neppure così interessato di saperlo. Ciò che ora cattura la mia attenzione è come sopravvivere a questo weekend.
Cerco di andare nel profondo di questo mio malessere e mi accorgo scavando nei meandri, di quanto sia diventata parte di me la bici. Di quanto io ne sia diventato dipendente, mi accorgo di quanto sia davvero difficile per me stare senza. Con il pensiero cerco di distrarmi ma la cosa funziona per poco, puntualmente il pensiero torna di nuovo al solito punto. Cerco rifugio tra Sky, Netflix ma niente non funziona.
Come cazzo si fa ad affrontare un weekend senza bici, senza uscite, senza fatica?
Siamo a fine Novembre, manca un mese a Natale, ma io preferisco pensare che manca un mese alla Festive 500. Non sapete cos’è la Festive 500? Va bene, ve la spiego io.

La Rapha Festive 500, questo il nome completo, è una sfida, aperta a tutti i ciclisti di tutto il mondo, è organizzata dalla Rapha un brand di abbigliamento molto figo e molto caro. I partecipanti sono invitati a percorrere 500 km dalla vigilia di Natale a Capodanno. Nata da un’idea di Graeme Rayburn, head designer di Rapha, nel 2009, l’iniziativa da sfida personale (Rayburn si era prefisso di percorrere 1.000 km per portare i suoi auguri di buone feste ai parenti), si è trasformata in un appuntamento imperdibile, dalla distanza dimezzata, che ha raccolto sempre più estimatori (oltre 95.000 nel 2017), in un periodo dell’anno solitamente dedicato a banchettare e privo di gare, se non in località dal clima mite che richiedono trasferte che non tutti si possono accollare.
E si, perchè ad essere australiani sarebbe anche una bella sfida, ma per noi che viviamo nell’altro emisfero, quello in cui a Dicembre si sbarbella dal freddo diventa una sfida anche contro il meteo, una sfida da malati di bici, perchè in fondo solo un invasato può pensare di saltare in sella alla propria bici e affrontare freddo e fatica per oltre 6/7 ore.

Così per combattere quella sensazione di sconforto decido di dedicarmi ad una prima pianificazione di massima di questa sfida, che ricordo a me stesso di aver deciso di fare da Giugno. Lo scorso anno vuoi per una serie di impegni e per mancanza di tempo non ho avuto modo di dedicarmi a dovere, quest’anno però mi sento pronto, talmente tanto da aver già avvisato in ufficio della mia assenza.
Sembra facile pianificare, ma in mezzo ci sono una quantità di fattori, variabili e non che potrebbero compromettere la buona riuscita della cosa. I giorni della sfida, sono notoriamente giorni che ogni comune mortale dedica alla famiglia e magari, se in ferie dal lavoro, al riposo, alle abbuffate.
Viene da sè che non sono un comune mortale, io sono un fottuto invasato di bici, io oggi non posso pedalare e soffro come una bestia in gabbia. Assodato che il giorno di Natale non rà possibile pedalare, la durata della sfida inizia a ridursi. Mi metto al computer, apro Strava e mi metto a disegnare percorsi.
L’idea che prende forma è la seguente; Vigilia di Natale da passare in sella alla Mya, magari con un bel giro che mi porti fino ad Arona per poi tornare a casa, per un totale circa di 140/150 Km. Come detto a Natale salvo miracoli difficilmente riuscirò a pedalare, ma per il giorno seguente conto di dedicare almeno un paio di ore per una sessantina di km, non troppo distante da casa.

L’obiettivo è quello di arrivare al 27 dicembre con almeno 200 km già percorsi, e partire la mattina del giorno stesso verso il mio lago di Iseo. Si, per il 27 ho in mente una cosa super power, partire al mattino per Zorzino e una volta arrivato scendere al lago e riprendere la strada verso casa. Secondo Strava sono circa 210/220 km, che porterebbero il totale dei chilometri a quota 400/420.

Molti sono i dubbi che sollevo a me stesso, sarò in grado di percorrere 200 km dovendo presumibilmente lottare contro il freddo? Riuscirò a gestire le forze? Ammetto di essere stato toccato da un pizzico di paura, di timore. Mi chiedo se sarò davvero in grado di mantenere questa programmazione, in mezzo oltre alla mia volontà e alla gestione della stanchezza e delle forze ci saranno fattori che non sarò in grado di controllare, come il meteo.Se riuscirò a mantenere nei primi quattro giorni di sfida questo programma penso che sarà fattibile portarla a termine e ricevere il famoso e tanto sognato badge (una toppa da cucire sulla divisa delle uscite).
Mentre sono assorto nella programmazione della sfida, e nel cercare percorsi maggiormente consoni all’evento, mi accorgo di non sentire più quella sensazione che vi ho descritto all’inizio di questo noiosissimo racconto. Mi sento quasi meglio, pur sentendo però la mancanza della bici.
Vorrei fosse domani la vigilia di Natale, vorrei poter iniziare da domani questa esaltante sfida, di cui ovviamente ho intenzione di tediarvi con i racconti dei vari giri.