In una domenica di Ottobre, con oltre un mese di ritardo è arrivato il momento di portare le ruote della Mya a Brunate.
La sveglia è fissata alle 6.50, il rituale ormai lo conoscete a memoria pure voi. Fatica ad alzarsi, colazione, vestizione e via che si monta in sella.
La temperatura alle 7.30 è decisamente frizzantina, ma nonostante tutto, in considerazione della salita, ho optato per un abbigliamento leggero, completo corto e mantellina anti-vento indossata, sotto il casco come sempre l’immancabile berretto degli amici di Controvento.
Fin dalle prime pedalate mi accorgo di non essere in formissima, avverto una certa fatica a cui non riesco a dare spiegazione. Lungo il tragitto che mi porta a Como, circa 35 Km, mi sembra quasi di avere il freno tirato, faccio una grande fatica a rilanciare la bici e a tenere una velocità media decente. Anche i pensieri che invadono la testa sono diversi dal solito, hanno qualcosa di malinconico. Per fortuna, una volta arrivato a Grandate, vengo sverniciato da un gruppo di otto ciclisti, decido così di stare un po’ a ruota e farmi trainare da loro. Finalmente la velocità sale, peccato però che il tutto dura solo una decina di chilometri, perchè una volta arrivato a Como alla fine della discesa di Via Napoleona, il gruppo “traino” prende la strada che si allunga verso Cernobbio mentre io proseguo nella direzione opposta, ovvero verso Brunate.
Quella di Brunate come detto all’inizio è una salita che avevo messo in programma da tempo, ma che per diversi motivi non sono mai riuscito a fare. Appena arrivato in Via Grossi a Como, punto da dove inizia la salita, mi rendo subito conto delle pendenze davvero importanti. Per molti amatori, quella di Brunate rappresenta una delle salite più impegnative delle prealpi comasche, e ora che ho messo la bici sulla strada me ne rendo conto anche io. La strada comincia a salire appena superato il passaggio a livello, sale dritta e molto ripida senza dare alcuna pausa, sento fin da subito la fatica, mi alzo sui pedali e spingo duro fino al semaforo, che per mia fortuna è rosso e mi può permettere di tirare un attimo il fiato.
Sul ciglio della strada noto alcune persone sparse lungo il primo tratto di salita, fanno parte dello staff che controlla la strada per la Granfondo “Il Lombardia” in corso di svolgimento. Riprendo a pedalare lungo la strada che sembra spianare poco prima di una curva, ma è solo un’impressione il percorso prosegue ripido in direzione sud, le pendenze si attestano sempre sopra il 10% e le mie gambe iniziano a sentirne tutta la fatica.
E’ uscito anche un timido sole, così poco prima di un nuovo tornante che porta all’abitato di Garzola decido di togliere la mantellina, continuo a salire provando a spingere più duramente sui pedali. E’ davvero una salita tosta, una salita che non concede pause, che non dà fiato. Dopo un tratto un pochino più facile, la strada riprende a salire con decisione, la pendenza supera ora il 13%, fortuna che all’orizzone c’è un nuovo tornante in cui la strada spiana quanto sufficiente per farmi recuperare fiato e forze.
Dopo aver fatto riposare quel poco che basta la gamba, la strada riprende a salire con pendenze più dolci, attestandosi sul 8% e prosegue anche oltre due tornanti dai quali la vista del lago si fa spelndida davanti a me, subito dopo si incontra un Bivio, a destra si sale verso Civiglio mentre a sinistra la strada prosegue verso Brunate.
Davanti a me si erge un arco gonfiabile posizionato per il passaggio dei corridori che partecipano alla GranFondo “Il Lombardia”; a vederlo li di fronte a me, sembra quasi di essere un pro…
Superato un nuovo tornante, la strada ora spiana sensibilmente, all’orizzonte si intravede il cartello che annuncia l’imminente ingresso nell’abitato di Brunate, quasi viene da pensare e credere che la fatica sia finita, ma in realtà alla metamancano ancora un paio di chilometri. Supero in tranquillità altri due tornanti, prima di un nuovo tratto un po’ più duro alla fine del quale iniziano a spuntare le prime case.
Supero un secondo cartello che annuncia l’inzio del paese, ora siamo davvero arrivati a Brunate, la pendenza inizia a calare e poco prima di un nuovo bivio per Civiglio si supera un breve tratto in discesa seguito da un brevissima rampetta di cinquecento metri che mi porta davanti alla stazione della funicolare.
Mi fermo per ammirare il panorama e per mettere nello stomaco una banana. Da qui la vista è magnifica. La piazza è piena di turisti, credo tedeschi, pronti per un tour del lago di Como. Quando scendo dalla bici, pronto ad addentare la banana uno di loro mi chiede in un inglese quasi peggiore del mio se fossi partito da Como. Gli rispondo con tutto l’ogoglio possibile che sono partito da Milano e che ho già fatto 50 km.
Dopo essermela menata a dovere con il turista e aver mangiato in tre morsi il mio primo spuntino sono pronto per proseguire verso San Maurizio.
La strada riprende a salire in maniera decisa, fino al terzo tornante in cui finalmente dà un po’ di respiro, si continua a salire anche quando la strada diventa in pavè (attenzione se lo attraversate con il fondo baganto o umido). Sale dolcemente fino ad un punto in cui davanti a me si apre una spiazzo preceduto da una breve discesa.
Alla mia desta una piccola chiesetta e all’orizzonte la bellezza del lago e del suo panorama.
Una salita breve ma davvero tosta, e altamente panoramica. Una volta in cima mi godo ancora il panorama e la solita sensazione di gioia per aver scalato un altra vetta.