Sabato, gioranta di trasferimento, dalla parte nord della Sicilia ci spostiamo al sud, per la precisione ad Avola.
Nonostante la stanchezza del viaggio, una volta arrivati decido comunque di ritagliarmi un’oretta di tempo per pedalare in questa nuova città, approfittandone per fare lavoro di scarico. Esco da casa alle 18.30, quando il sole sta lentamente scomparendo. Una volta in strada prendo la statale 115 in direzione del centro di Avola.
Le prime pedalate sono molto soft, la strada è molto trafficata, una volta superato l’ospedale arrivo ad una rotonda e prendo per il lungomare. Finalmente un lungomare, questo il mio primo pensiero quando inizio a spingere la bici in quella lingua di strada che costeggia la spiaggia. Sento quasi di poter toccare la sabbia dalla sella della mia bici. I primi metri sul lungomare sono uno slalom in mezzo alle persone che lentamente inizano a lasciare la spiaggia tornando alle proprie auto. Il traffico di auto e persone è piuttosto caotico, una volta lasciato il tratto di strada più trafficato proseguo a pedalare lungo una piccola strada con il mare di fonte ai miei occhi, ne respiro il profumo, ne vedo i colori e ne sento i rumori e i suoni.
Sarà per l’estrema vicinanza del mare, ma per la prima volta mi rendo conto di quanto sia meraviglioso pedalare con questa vista. La bici per me è sempre stato sinonimo anche di rilassamento e devo ammettere che con il mare vicino questa sensazione viene incredibilmente amplificata. Il rumore delle onde, il suono dei gabbiani, le voci e le risate di un gruppo di bambini che giocano sulla spiaggia, tutte cose che rendono questi pochi chilometri qualcosa di estremamente rilassante, talmente tanto da non accorgermi di avere già percorso 18 chilometri.
Purtroppo è già ora di tornare a casa, ma sempre con il mare a fare da cornice, sempre con quei rumori tanto rilassanti ad accompagnare la mia pedalata, a dettarne il ritmo e l’intensità.
Una volta ritornato sul lungomare mi appresto a rilanciare la bici sulla statale dove incontro un gruppo di ragazzi che pedalano nella direzione opposta alla mia, ci scambiamo un saluto. Arrivato ad un bivio, dovrei tirare dritto per tornare a casa, ma la voglia di continuare a spingere la bici lungo queste strade e attraverso queste visuali mi fa come per magia svoltare a destra per ripercorrere quel lungomare che avevo percorso poco prima. E’ più forte di me, è come se fosse una calamita a cui non posso resistere.
Una volta arrivato in fondo alla via, svolto nuovamente a destra e dopo meno di un chilometro imbocco nuovamente la statale e a malincuore rientro a casa, pensando che domani potrò godermi in manierà più completa, più giusta questi panorami mozzafiato.