Un parco perfetto.

Non mi ricordo di preciso quando per la prima volta entrai con la bici, ma è storia recente, me ne sono innamorato all’instante talmente tanto dal diventare un punto di passaggio obbligatorio quando decido di fare una sgambata in Brianza.

Sto parlando del Parco di Monza, uno dei più importanti parchi storici d’Europa, Il più grande circondato da mura e, a mio avviso un parco straordinario, un parco perfetto per pedalare in pace senza l’ossessione delle auto, Parco che al suo interno, ha la fortuna di accogliere il celbere autodromo dove da anni si corre il Gran Premio di Italia di F1 e per gli amatori (quelli forti) a Luglio ci fanno la 12 ore di ciclismo, un parco grande 688 ettari che esiste dal lontano 1808.

Qualche settimana fa, in una tranquilla sgambata domenicale con Marco, siamo entrati e abbiamo percorso tutto Viale Cavriga, a metà di questo, per onor di cronaca, ci siamo fermati per il consueto caffe, ripartiti, abbiamo svoltato su Viale dei Mulini Asciutti, una magnifica via che costeggia il fiume Lambro.

Arrivati ad un punto la strada si ferma, di fronte, sbarrata da una recizione altissima, protetta da blocchi di cemento, la parte finale della Curva del Serraglio, decidiamo di proseguire sul sentiero che entra in un piccolo boschetto e che come tale, non è per nulla asfaltato. Sembra di pedalare su una strada che assomiglia per certi versi ad un sentiero delle Strade Bianche e un po’ ad una Roubaix,  ad un certo punto Marco mi strilla facendo segno alla mia destra, l’accesso al circuito è aperto, entro precedendolo e mi accorgo subito di essere sulla celebre Curva Nord dell’anello dell’alta velocità anche conosciuta come curva sopraelevata. E’ una parte del circuito da gara sulla quale (del tutto o parzialmente) si è disputato il GP di Italia l’ulitma volta nel 1961. Il circuito è conosciuto in tutto il mondo perché è stato uno dei primi anelli di alta velocità costruiti appositamente per permettere lo svolgimento di corse automobilistiche oggi non viene più utilizzata nei gran premi. decidiamo ovviamente di percorrerla tutta e vedere dove ci porta.

Mentre ci pedalo, una piccola emozione si fa largo in me, insomma sto pedalando su una strada che anni prima ha visto transitare gente come Fangio, Ascari, Nuvolari, Stirling Moss, e poco conta se loro ci sono passati con mezzi a motore decisamente più veloci di me. La pendenza della curva è spaventosa, provo a scalarla ma è impossibile e lascio perdere subito, evitando una possibile figura di merda in caso di caduta. Una volta usciti dal tracciato ci dirigiamo verso Biassono, da li la salita di giornata, più che una salita, uno strappo, uno dei tanti che ci sono nella Brianza. Un chilometro e duecento metri al 6% che da Biassono salgono fino a Gerno, la prima parte è in pavè giusto per restare in tema con la Roubaix. Mentre salgo deciso, come mai prima mi era capitato sento in lontanza le imprecazioni che Marco mi lancia, gli avevo promesso un giro piatto, ma è più forte di me, almeno una mezza salita la devo fare altrimenti che gusto c’è? Arrivati in cima percorriamo la breve discesa andando verso Lesmo, la strada qui è un autentico drittone che costeggia in parte il Parco di Villa San Martino, poi si prosegue verso Villasanta da dove decidiamo di rientrare nel Parco per sbucare nuovamente dalla parte opposta. Anche sulla via del ritorno mi prendo la mia dose di insulti, la colpa è quella di aver allungato il giro di una quindicina di chilometri, troppi per le gambe di Marco.

Consiglio vivamente a tutti di programmare un giro in questo meraviglioso parco, possibilmente in bici, c’è all’ngresso di Viale Brianza un servizio di noleggio bici, io qualche giorno dopo questa uscita, ci sono tornato con mio figlio ed è stato un vero successone.

Parco Di Monza Official Website

 

 

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